Completo il post sul lavoro delle gelsominaie,riportando una pagina del libro di
Ninì Martelli,"L'avventura di un uomo",prelevata dal blog di Nina-(www.paroleintrecciate.blogspot.com)con la sua autorizzazione,ovviamente.
Così racconta l'autore:
In quel periodo (primi anni '30, n.d.b.) fu dato inizio alla coltivazione del gelsomino per fare i profumi. Incaricato di tale impresa era il S. Cundari, nostro vicino di casa il quale, sapendo che mia madre aveva lavorato in tale coltura in Francia, dove eravamo stati emigrati per un paio di anni, le propose di fargli da assistente ed insegnare alle operaie i metodi di piantagione e potatura.
Iniziò così l’avventura dei gelsomini che poi si estese in parecchi comuni della provincia di Reggio, dando lavoro a migliaia di donne raccoglitrici.
Come il gelsomino cominciò a vendersi, venne impiantata la prima distilleria sperimentale, costruita in Francia.
Il gelsomino esiste dove c’è miseria e la manodopera costa pochissimo. Ricordo quelle povere donne scalze e malvestite che si portavano dietro i figlioletti. I più grandicelli raccoglievano come potevano i fiori per aiutare le madri, e i più piccini venivano avvolti in qualche vecchia coperta e coricati tra i filari.
Lavoro massacrante che aveva inizio al mattino alle quattro per finire verso le dieci. Molte ore poi bisognava attendere per la pesa, che veniva calcolata un po’ più bassa per via dell’umidità.
Come se non bastasse la fatica, il disagio veniva dalle malattie provocate da alcuni tipi di concime, in cui si annidavano parassiti che, attraverso i piedi scalzi, contaminavano le raccoglitrici. Nelle persone infettate si formava nello stomaco un ammasso di parassiti filamentosi e le vittime diventavano sempre più deboli ed esangui. Più di qualcuna morì.
In seguito fu trovato un rimedio e facevano ingoiare alle persone infettate delle capsule (contenenti etere?) che si aprivano nello stomaco e il farmaco uccideva i parassiti.
Il buono che mi ricordo è che dopo la raccolta dei fiori le donne rientrando a casa lasciavano una scia di profumo che nessun prodotto confezionato può pareggiare.
Mi commuove molto questo post,io abito proprio in via del Gelsomino così nominata perchè nel primo novecento tutta la zona era piena di piante di questo fiore meraviglioso che veniva raccolto con tanta fatica e poi destinato all'industria per il profumo.Trovo la tua testimonianza interessante e molto istruttiva!!
RispondiEliminaGrazie Elettra,avevo letto anche da te un post sul gelsomino con delle belle foto.Questo è stato prelevato da un'altra blogger,hai letto anche il precedente?.Un abbraccio,al profumo di gelsomino,come la tua via.
RispondiEliminaAnch'io sono rimasta colpita, come Elettra, a volte un semplice fiore racchiude storie terribili di lavoro e sopravvivenza...
RispondiEliminaIl gelsomino è bello, forse perchè piccolo, forse il profumo, mi fa venire in mente momenti indimenticabili di quando ero ragazzina..
pssss...il caffè per te è pronto, c'è già Katy, vado a chiamare le altre:-)
Una strada profumata,quella del gelsomino,ma lastricata di diritti negati di lavoro schiavizzante,di malattie.Da lì molte donne di Calabria e Sicilia hanno intrapreso un percorso di riscatto sociale,oltre che economico.Si sono organizzate,sindacalizzate,usando anche lo strumento dello sciopero.
RispondiEliminaTante storie dietro un prezioso profumo.
Ottimo il caffè,Riri.Grazie
...un lavoro veramente duro, nonostante la scia di profumo, unica nota positiva..
RispondiEliminaUn abbraccio e buon fine settimana.
ps.sono scomparsi molti commenti dai blog ed anche post..pazienza..succede.
Riri,era scomparso questo post ,poi mi è stato "restituito".Si è perso qualche commento...
RispondiEliminaTi offro io il caffè oggi anche se un po tardi.Ciao
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminacia Chicchina,
RispondiEliminagrazie e a presto
Nina
Ciao,Nina,grazie a te per essere passata.Dopo un fermo di blogger,sta tornando tutto normale o quasi.
RispondiEliminaA presto.
Commento di Elettra-recuperato
RispondiEliminaMi commuove molto questo post,io abito proprio in via del Gelsomino così nominata perchè nel primo novecento tutta la zona era piena di piante di questo fiore meraviglioso che veniva raccolto con tanta fatica e poi destinato all'industria per il profumo.Trovo la tua testimonianza interessante e molto istruttiva!!
Per Elettra
RispondiEliminaTi ringrazio per il commento,molto interessante.Avevo letto anche da te un bel post sull'argomento,ben corredato di foto.
Sono scomparsi commenti e risposte ma il post almeno è stato reinserito.ed ho recuperato il tuo commento. Ciao e una serena domenica.
maggio 14, 2011
Questo è un blog stupendo.
RispondiEliminaStai riportando in luce quei pezzi di Storia che in pochi conosciamo. La vita delle gelsominaie per me era un mondo sconosciuto, neppure lontanamente immaginato.
Ti ringrazio, seguirò senz'altro anche questo tuo blog.
Buon lunedì,
Lara
Chicchina, sono ancora in giro, ma ho avuto un attimo per il pc...prima di uscire un sorriso, e tanta ammirazione, post bellissimo
RispondiEliminaGingi
Grazie Lara,mi ero proposta questo piccolo contributo alla memoria,e sto tentando.Raccolgo anche esperienze di altri bloggers e da altre parti dell'Italia,si potrebbe avere un buon mosaico.Sei ovviamente invitata,con post che riterrai utili al senso del blog.Ciao e buona settimana.
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RispondiEliminaCiao,Gengi,ho gradito questa tua presenza,in cammino.Ti ringrazio e ricambio.A presto.
RispondiEliminaCiao, ti auguro una buona giornata e visto che mi alzo presto ti invito io per un bel caffè
RispondiElimina:-)Ristretto, americano, o un pò lungo?..ma forse dormi ancora..un caro saluto e..grazie:-)
Buon fine settimana e caffè:-) Un abbraccio
RispondiEliminaCiao Chicchina, ti auguro una buona serata e grazie dei pensieri gentili che esprimi :-)
RispondiEliminaCiao,Nicola grazie anch a te per il commento.
RispondiEliminaA presto.